Alcuni spunti di riflessione per capire quali sono le leggi in materia di ambiente e le sanzioni per chi non le rispetta.
Nel corso degli ultimi anni è aumentata la sensibilità nei confronti della tutela dell’ambiente, unica strada da percorrere per il bene del nostro Pianeta.
Prima dell’entrata in vigore del Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006) non esisteva il concetto giuridico di “ambiente” ma solo leggi speciali in materia di settori specifici come acqua, aria, suolo e gestione dei rifiuti.
Il concetto di “tutela dell’ambiente” è stato ampliato ed oggi non si limita al contrasto del solo inquinamento ma prende in considerazione
- le risorse di base della vita (suolo, sottosuolo, aria, acqua, energia);
- la natura vivente nelle sue varie forme (flora, boschi, foreste, biodiversità, specie animali e pesci);
- l’uomo con le sue esigenze di sviluppo sostenibile (uso delle risorse, comprese agricoltura, caccia, pesca, edilizia, urbanistica, servizi, infrastrutture, utilizzo dell’energia, ecc.);
- la gestione dei rifiuti e gli incentivi alla ecosostenibilità;
- le varie forme di inquinamento (suolo, acqua, aria, rifiuti, rumore, rischi di incidenti rilevanti, sostanze pericolose, ecc.);
- i beni culturali ed il passaggio;
- i rischi globali relativi alla fascia di ozono, al mutamento climatico, alla perdita di biodiversità, a nuove forme di modificazione genetica, ecc.;
- i meccanismi nazionali, comunitari ed internazionali di prevenzione e riparazione del danno ambientale;
- il ruolo della gestione e della governance in sintonia profonda con la nuova economia.
Reati ambientali e desertificazione: le conseguenze globali e di condotte illecite individuali
Il rispetto della normativa in materia ambientale è il primo, fondamentale, passo per arginare la crescita della desertificazione.
Con questo termine si indica il fenomeno globale della degradazione “delle terre nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche, attribuibile a varie cause, inclusi i cambiamenti climatici e le attività umane” del nostro Pianeta.
Si tratta di manifestazioni sfaccettate e complesse che riguardano la Terra, direttamente collegata ad una gestione non sostenibile del suolo ed alle ripercussioni dovute ai cambiamenti climatici.
In entrambi i casi si tratta di conseguenze dirette della (ir)responsabilità dell’uomo.
Secondo l’Atlante globale della desertificazione, oltre il 75 per cento del suolo globale è già in qualche misura degradato. Una percentuale, già altissima, che potrebbe arrivare al 90 per cento entro il 2050.
Ogni anno vanno incontro a degradazione 4,18 milioni di chilometri quadrati, vale a dire circa la metà della superficie dell’Unione europea. Da qui al 2050, circa 700 milioni di persone potrebbero essere costrette a migrare a causa di questioni legate alla scarsità di risorse legate al suolo.
Chi deve rispondere dei reati per le violazioni in materia ambientale?
La responsabilità penale è personale: significa che l’autore di un reato è chiamato a rispondere davanti alla legge per il proprio comportamento.
Tuttavia sono frequenti i casi in cui le violazioni vengono commesse dalle aziende, realtà più o meno complesse, punite per via di condotte tenute da soggetti che lavorano all’interno delle stesse.
L’incremento all’interno del nostro ordinamento della responsabilità penale attribuita alle persone giuridiche è lo strumento scelto da legislatore per limitare in maniera significativa le violazioni in materia ambientale da parte degli enti, uno strumento troppo spesso utilizzato per ottenere illecitamente vantaggi competitivi (quali, ad esempio, la riduzione di costi, la semplificazione delle procedure di controllo, ecc…).
Il progressivo inserimento della c.d. “materia ambientale” all’interno del catalogo dei reati puniti dalla normativa 231 (D.Lgs 231/01) determina la necessità per le aziende di dotarsi di un valido Modello Organizzativo, la cui effettiva adozione e attuazione rappresentano condizioni necessarie per l’esenzione dalla responsabilità amministrativa della società in caso di commissione di reati.
Contatta il nostro Studio per ottenere una valutazione dei rischi collegati all’attività professionale svolta e per capire in quale modo tutelare l’azienda rispettando l’ambiente.