Cos’è il MAE? Mandato Arresto Europeo: tutto ciò che devi sapere per la tua tutela legale.
Il Mandato Arresto Europeo (MAE) è una forma di collaborazione tra i Paesi dell’Unione Europea, serve per rendere più facile la celebrazione dei processi e l’esecuzione delle pene.
Pensiamo ad una persona che commette un reato in uno Stato Europeo e, prima di essere arrestata, si trasferisce in un’altra Nazione.
Cosa succede in questi casi?
I diversi Paesi si attivano per collaborare nella ricerca del soggetto che deve essere processato e condannato.
In Europa (decisione quadro 2002/584/GAI del 13/06/2002), è stato introdotto un sistema basato sul principio di mutuo riconoscimento, per velocizzare arresto e consegna dei ricercati.
Si tratta della procedura di Mandato Arresto Europeo.
In Italia il MAE è stato introdotto dalla legge n. 69 del 12/05/2005 e prevede un meccanismo di estradizione semplificata e depoliticizzata che si basa sul principio della fiducia reciproca tra gli Stati.
Mandato Arresto Europeo: caratteristiche.
- riguarda una decisione giudiziaria emessa da uno Stato membro;
- prevede l’arresto o la consegna di un soggetto da parte di un altro Stato membro;
- è finalizzato all’esercizio di funzioni giudiziarie in materia penale.
Mandato Arresto Europeo: tipologie.
- MAE esecutivo riguarda l’esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza che priva il soggetto della libertà personale.
È necessario che il processo sia già concluso nel Paese in cui il reato è stato commesso e sia stata emessa una sentenza irrevocabile.
- MAE processuale (o cognitivo) si riferisce ai casi in cui è necessario eseguire una misura cautelare nei confronti del soggetto, anche per consentire la partecipazione dell’imputato al processo che non si è ancora svolto o non è ancora terminato.
A differenza dell’estradizione, il Mandato Arresto Europeo è più semplificato, consente una gestione veloce delle domande volte all’arresto ed alla consegna di soggetti tra gli Stati membri.
In particolare, il MAE prevede:
- deroghe al principio della c.d. doppia incriminazione, al punto che è addirittura prevista la consegna obbligatoria per un gruppo di reati particolarmente gravi (art. 8);
- una procedura puramente giudiziaria, affidata alla Corte di Appello senza alcuna valutazione politica da parte dell’esecutivo;
- un elenco tassativo dei motivi di rifiuto della consegna (art. 18);
- termini ristretti per la definizione della procedura, dal momento che la decisione finale interviene entro 60 giorni dall’arresto; inoltre, se la persona arrestata acconsente alla consegna, la decisione deve intervenire entro 10 giorni.
La velocità con cui vengono gestite le richieste di MAE rende indispensabile una difensa precisa ed immediata.
Cosa si intende per esecuzione attiva e passiva?
La legge italiana prevede due differenti procedure di Mandato arresto Europeo.
- MAE attivo: l’Italia chiede ad uno Stato estero la consegna di un ricercato
- MAE passivo: uno Stato membro dell’Unione Europea chiede al nostro Paese di consegnare un soggetto che si trova sul territorio italiano
La procedura attiva di consegna
Questa procedura prevede alternativamente:
- una misura cautelare;
- o una sentenza irrevocabile i condanna;
Per ciascuna di queste ipotesi la legge prevede limiti ed elementi da valutare discrezionalmente da parte del Magistrato che deve formulare la domanda di estradizione.
La richiesta di MAE è trasmessa tramite il Ministro della Giustizia, previa traduzione, per attivare il servizio di cooperazione internazionale di polizia al fine di:
- trasmettere il MAE allo Stato membro nel quale il soggetto risulta residente, dimorante o domiciliato;
- inserire la segnalazione nel S.I.S. (divisione S.I.re.N.E. per l’area Schengen e INTERPOL per il resto del mondo).
Il MAE perde di efficacia quando viene revocata o annullata la misura che ne ha dato origine (quindi la sentenza o l’ordinanza cautelare).
La procedura passiva di consegna
Avviene sul territorio italiano e richiede una precisa ed approfondita difesa.
Il legislatore ha infatti espressamente indicato una serie di presupposti per ritenere valido un Mandato Arresto Europeo nei confronti di un soggetto che si trova in Italia.
Accanto ai requisiti formali previsti dalla norma, al MAE devono essere allegati:
- una relazione sui fatti addebitati alla persona della quale è domandata la consegna con l’indicazione delle relative fonti di prova;
- il testo delle disposizioni di legge applicabili, con l’indicazione del tipo e della durata della pena;
- i dati segnaletici ed ogni altra possibile informazione per determinare l’identità e la nazionalità della persona che deve essere consegnata;
- copia del provvedimento restrittivo della libertà personale o della sentenza di condanna a pena detentiva che ha dato luogo alla richiesta stessa.
L’Autorità Giudiziaria incaricata di decidere sulla richiesta di consegna passiva è:
- la Corte di Appello del luogo in cui il soggetto ha la residenza, la dimora o il domicilio;
- la Corte di Appello di Roma, se non sussistono gli elementi di cui sopra.
In caso di consenso all’estradizione da parte del soggetto interessato la Corte di Appello, rilevata la presenza di tutti i requisiti imposti dalla legge affinché il Mandato Arresto Europeo possa essere considerato valido, decide in merito alla domanda di estradizione verso il Paese richiedente.
Il diniego del consenso
Il soggetto destinatario del Mandato Arresto Europeo deve essere adeguatamente informato in merito a tutti i dettaglia della procedura di consegna che lo riguarda.
Viene chiesto al destinatario del MAE se intende acconsentire o rifiutare la richiesta di estradizione.
Nel caso in cui il consenso non venga prestato, la Corte di Appello deciderà con sentenza sulle condizioni per l’accoglimento della consegna.
All’udienza sono sentiti:
- il Procuratore Generale
- il difensore
- il soggetto destinatario dal MAE
- il rappresentante dello Stato di emissione.
La Corte di Appello deve decidere entro 60 giorni (prorogabili di altri 30 giorni) dall’esecuzione della misura disposta a seguito della ricezione del MAE o dell’arresto provvisorio della Polizia Giudiziaria.
In caso di decisione contraria alla consegna o in assenza di pronuncia da parte della Corte nei termini sopra indicati, il soggetto deve essere immediatamente liberato.
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