Emissioni in atmosfera: normativa

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Quali sono gli adempimenti di legge per rilasciare emissioni nell’atmosfera?

La tutela dell’ambiente rappresenta una priorità a livello mondiale che impone un elevato livello di controllo da parte di tutti gli Stati della comunità internazionale. Emissioni in atmosfera: normativa

In Italia le norme che regolano questa materia sono contenute nel D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambiente), al cui interno vengono previste rigorose sanzioni per punire tutte quelle condotte da cui può derivare un danno per il Pianeta (https://www.studiolegaleamp.com/blog/reati-ambientali-la-tutela-del-nostro-pianeta-richiede-pene-esemplari-per-i-trasgressori/).

Le violazioni possono essere realizzate dalle persone fisiche ma anche dalle aziende.

Proprio nei confronti degli enti vengono imposti rigidi strumenti di controllo finalizzati a punire quelle società o imprese che hanno ottenuto dei vantaggio dalla commissione dei singoli reati in tema di inquinamento (https://www.studiolegaleamp.com/blog/cassazione-enti-e-reati-ambientali/).

Dopo aver analizzato lo smaltimento di rifiuti (https://www.studiolegaleamp.com/blog/rifiuti-la-combustione-e-reato/e) e lo scarico dei reflui industriali (https://www.studiolegaleamp.com/blog/scarichi-industriali-e-inquinamento-sempre-reato/), approfondiamo in questa sede il tema delle emissioni nell’atmosfera.

Autorizzazioni richieste secondo la normativa

Parlando di “emissioni” si intendono tutte quelle sostanze solide, liquide o gassose che, una volta rilasciate nell’atmosfera, possa causare inquinamento e rappresentano un pericolo per la salute e per la qualità dell’ambiente.

La presenza nell’aria di particolari gas, vapori, nebbie o pulviscoli può infatti risultare nociva o molesta non solo per gli esseri viventi ma anche causare danni ai beni materiali (ad esempio edifici storici o paesaggi naturali).

Ogni azienda che produce questi tipo di emissioni, direttamente o indirettamente collegate al proprio ciclo produttivo, è quindi obbligata a richiedere ed ottenere specifici permessi.

Le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera stabiliscono i limiti che devono essere rispettati dalle singole imprese, imponendo obblighi di controllo e monitoraggio periodici per garantire il corretto funzionamento di tutti gli impianti.

In particolare, all’esito delle procedure di autorizzazione vengono decretati:

  1. i valori delle emissioni e le relative prescrizioni;
  2. le modalità per le operazioni di campionamento periodico;
  3. i parametri che caratterizzano le analisi delle emissioni;
  4. i criteri per determinare l’effettivo rispetto dei limiti di legge;

Nei casi di sostanze inquinanti le soglie massime di emissione rappresentano limiti inderogabili per le aziende.

Nel corso degli anni gli interventi legislativi su questa materia hanno cercato di razionalizzare e semplificare le procedure di autorizzazione, aumentando l’efficacia dei sistemi di controllo ed adeguando le previsioni sanzionatorie per garantire un livello di tutela ambientale sempre più elevato.

Decreti di riferimento per le emissioni in atmosfera

Il Testo Unico Ambiente (D.Lgs 152/2006) rappresenta il punto di riferimento a livello legislativo per tutte le attività industriali che determinano emissioni in atmosfera.

All’interno della “Parte Quinta – Titolo I” sono definite le attività e gli impianti soggetti alla regolamentazione delle emissioni in atmosfera, le prescrizioni, gli eventuali valori limite da rispettare e le modalità procedurali e gestionali per l’ottenimento dei permessi ed il corretto esercizio delle attività.

È possibile distinguere due differenti tipologie di autorizzazioni che devono essere richieste in ragione dell’attività industriale/produttiva svolta dall’azienda di riferimento.

La prima procedura è quella definita “Autorizzazione Unica Ambientale” (A.U.A. – D.P.R. 59/2013), e comprende tutti i titoli abilitativi in campo ambientale di cui un’impresa ha bisogno per iniziare e proseguire la propria attività.

La A.U.A. riguarda:

  • microimprese;
  • piccole imprese
  • medie imprese
  • installazioni non soggette alla procedura A.I.A.

La seconda procedura, “Autorizzazione Integrata Ambientale” (A.I.A.), è imposta ad alcune aziende per rispettare i principi IPPC dettati dall’Unione Europea (“Integrated Pollution Prevention and Control” ovvero prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento”.

L’A.I.A. prevede misure definite BAT (“Best Available Techniques” ovvero migliori tecniche disponibili) intese a ridurre quanto più possibile l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, nonché la produzione di rifiuti, per conseguire un livello elevato di protezione dell’ambiente, e può essere sottoposta a controlli e autorizzazioni di carattere provinciale/regionale ovvero statale.

La divisione di competenza della normativa: Stato, Regioni e Provincie

La competenza di regioni/provincie (allegato VIII, Parte Seconda) riguarda:

  • attività energetiche;
  • produzione e trasformazione metalli;
  • industrie dei prodotti minerali;
  • impianti chimici;
  • gestione rifiuti;
  • altre attività di natura industriale (concia delle pelli, produzione carta, tessile, agroalimentari, allevamenti intensivi, impianti per trattamento di superfici con utilizzo di solventi, fabbricazione del carbonio, cattura di flussi di CO2, conservazione del legno, trattamento a gestione indipendente delle acque reflue).

La competenza statale (allegato IX, Parte Seconda) si applica invece a:

  • raffinerie di petrolio greggio, impianti di gassificazione e di liquidazione di carbone o scisti bitumosi;
  • centrali termiche;
  • acciaierie integrate;
  • impianti chimici (oltre determinate soglie).

Sanzioni mancato adempimento in caso di emissioni in atmosfera in violazione della normativa

Il Testo Unico Ambientale impone pesanti sanzioni nei confronti dei soggetti responsabili di illeciti in materia di emissioni nell’atmosfera.

La principale distinzione riguarda la tipologia dell’impianto di riferimento che può essere di natura civile o industriale.

Per gli impianti civili, pur trattandosi in ogni caso di reati, quindi violazioni idonee a dare origine ad un procedimento penale, le pene previste in caso di condanna sono quasi esclusivamente di natura economica.

Differente è invece il discorso per quanto concerne gli impianti industriali, rispetto ai quali il trattamento sanzionatorio in caso di violazione risulta decisamente significativo.

In alcuni casi è infatti prevista la pena dell’arresto fino a due anni, ad esempio per l’installazione di un impianto senza autorizzazione o con autorizzazione scaduta.

Condotte particolarmente rilevanti, pur senza comportare condanne di tipo detentivo, possono essere punite col pagamento di un’ammenda che parte da 15.500 euro e può arrivare fino a 155.000 euro (mancato rispetto delle prescrizioni riguardanti emissioni di sostanze inquinanti COV).

Come possiamo aiutarti?

I professionisti dello Studio Legale AMP hanno maturato una competenza professionale specifica nella delicata materia della tutela ambientale.

Bisogna anche ricordare come la “materia ambientale” sia da tempo inserita all’interno del catalogo dei reati puniti dalla normativa 231 (D.Lgs 231/01), con evidenti ripercussioni per l’ente in caso di illecito.

L’attività di consulenza preventiva rappresenta un presupposto fondamentale per assicurare la corretta gestione di un’azienda, anche attraverso l’adozione di un valido Modello Organizzativo per garantire  l’esenzione dalla responsabilità amministrativa della società in caso di commissione di reati.

Contatta il nostro Studio per ottenere una valutazione dei rischi collegati all’attività professionale svolta e per capire in quale modo tutelare l’azienda rispettando l’ambiente.

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