L’impugnazione dinanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

Presupposti e formalità del ricorso individuale alla CEDU
La Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo è un trattato internazionale, aperto alla firma degli Stati membri del Consiglio d’Europa, che raccoglie i diritti e le libertà fondamentali di ogni cittadino che gli Stati firmatari sono tenuti a rispettare.
Chi ritiene di essere stato vittima di una violazione, da parte dello Stato, di uno dei diritti e delle garanzie riconosciuti dalla Convenzione, può presentare un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, organo giurisdizionale indipendente che si occupa di giudicare in merito alle violazioni di tali diritti.
La CEDU è un Tribunale con sede in Francia, a Strasburgo.

Come fare ricorso alla CEDU?
Il ricorso si presenta compilando l’apposito formulario in una delle lingue ufficiali, inglese e francese, ovvero in una delle lingue ufficiali degli Stati che hanno aderito della Convenzione.
Aspetto fondamentale è quello legato alla tempistica: il ricorso non può essere depositato oltre il termine di quattro mesi dal momento in cui la decisione interna dello Stato che si vuole impugnare sia divenuta definitiva.

Quali sono i criteri di valutazione del ricorso in CEDU?
Il primo controllo al quale i ricorsi sono sottoposti è operato della Segreteria della Corte, e ha natura prettamente formale.
Una lacuna nella redazione dell’atto determina una dichiarazione di non corretta introduzione del ricorso.
Successivamente, il ricorso è sottoposto ad alcune verifiche, prima che la Corte ne vagli il merito, in particolare è necessario che:
- il contenuto del ricorso abbia ad oggetto la violazione di un diritto protetto dalla Convenzione o dai suoi Protocolli;
- parte convenuta sia uno Stato, e non una persona fisica o giuridica;
- lo Stato contro cui è proposto il ricorso fosse formalmente obbligato al rispetto della Convenzione;
- la violazione denunciata nel ricorso abbia avuto luogo all’interno di un territorio che si trovi sotto la giurisdizione dello Stato convenuto;
- le vie di ricorso interne siano esaurite. Il ricorso alla Corte deve essere presentato solamente dopo aver esperito tutti i mezzi di impugnazione previsti dal proprio ordinamento statale, al fine di far valere le proprie ragioni;
- il ricorso sia presentato entro quattro mesi dal deposito della decisione interna,ultima e definitiva;
- il soggetto che ha subito la violazione possa essere considerato “vittima” secondo la Convenzione. Sono tre le tipologie di vittime ammesse: la vittima diretta, ossia quando il ricorrente sia il soggetto direttamente interessato dalla vicenda; la vittima indiretta, ossia quando il ricorrente sia un prossimo congiunto della vittima diretta di una violazione la quale, però, è deceduta prima della presentazione del ricorso; la vittima potenziale, ossia quando il ricorrente non sia ancora il soggetto interessato direttamente dalla misura lamentata, ma che, per comprovare ragioni e alte probabilità, potrebbe esserlo successivamente alla presentazione del ricorso;
- il ricorso non sia manifestamente infondato;
- la vittima abbia subito un importante pregiudizio.

Quali sono i più importanti diritti tutelati dalla CEDU?
Fra i vari articoli previsti dalla CEDU (clicca qui per scaricare il testo completo) possiamo sicuramente menzionare:
- art. 2 CEDU: diritto alla vita della persona;
- articolo 3 CEDU: divieto di trattamenti inumani e degradanti;
- art. 5 CEDU: tutela della libertà e sicurezza della persona;
- articolo 6 CEDU: tutale del diritto ad ottenere un processo equo e giusto;
- art. 7 CEDU: nessuna pena se non prevista da una legge;
- articolo 8 CEDU: vita privata e familiare, domicilio e corrispondenza possono essere violate solo se previsto da una legge;
- art. 9 CEDU: libertà di pensiero, coscienza e religione;
- articolo 10 CEDU: libertà di espressione;
- art. 11 CEDU: libertà di riunione ed associazione;
- articolo 12 CEDU: libertà di matrimonio;
- art. 13 CEDU: diritto ad un ricorso effettivo in caso di violazione dei diritti stabiliti dalla Convenzione nel proprio stato;
- articolo 14 CED: divieto di discriminazione.

La Procedura davanti alla CEDU
Se la Corte dichiara il ricorso ricevibile, si apre la fase di valutazione di merito.
Il ricorrente deve essere rappresentato da un avvocato abilitato ad esercitare la professione in uno qualsiasi degli Stati contraenti e sul cui territorio sia residente.
La procedura dinanzi alla Corte si conclude con una sentenza che può essere di assoluzione o condanna. Per effetto della sentenza di condanna, sorge in capo allo Stato l’obbligo di rimuovere le cause della doglianza attraverso misure generali o individuali, e laddove l’accertamento della violazione non fosse ritenuto sufficiente, l’obbligo di corrispondere un risarcimento equo.
L’equa compensazione è un risarcimento del danno che si può ottenere quando l’ordinamento dello Stato condannato non consente di poter rimuovere per intero i danni causati.
Nel caso in cui la Corte non dovesse ravvisare alcuna violazione emette una sentenza di assoluzione.
Come possiamo aiutarti?
La redazione del ricorso dinanzi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo è molto complicata ed in alcuni casi resta l’unica strada per ottenere giustizia quando nella propria nazione tutto è andato male.
Per tale motivo, affidarsi al nostro Studio Legale significa rivolgersi a dei professionisti altamente specializzati in questa materia, che conoscono il diritto Europeo ed Internazionale.
Avv. Fabio Ambrosio, Dott.ssa Giulia Danesi
Cosa dicono di noi?
https://g.page/r/CZpalxP3tj4hEAo/review