Willy Duarte: ergastolo per i fratelli Bianchi

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Caso Willy Duarte, da omicidio preterintenzionale a volontario: cosa cambia per gli imputati? Ergastolo ai fratelli

Lunedì 4 luglio si sono pronunciati i Giudici della Corte d’Assise di Frosinone con una condanna all’ergastolo per i fratelli Bianchi per l’omicidio Willy Duarte, dove nel giugno del 2021 è iniziato il processo per i quattro coimputati, tutti tra i 23 e i 27 anni.

Per i fratelli Bianchi il Pubblico Ministero ha chiesto l’ergastolo, mentre per Francesco Belleggia e Mario Pincarelli il PM ha chiesto 24 anni.

L’esito è la condanna al carcere a vita per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. 

Più lieve la pena per gli altri due coimputati: 23 anni per Francesco Belleggia, 21 per Mario Pincarelli. 

Il verdetto ha scatenato applausi e urla in aula.

Mentre gli imputati nella cella di sicurezza hanno gridato e imprecato, venendo così allontanati.

Gli imputati: i fratelli Bianchi

Francesco Belleggia è stato l’unico imputato ad essere presente in aula, poiché sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

I coimputati Mario Pincarelli ed i fratelli Bianchi – Marco e Gabriele – invece, non sono stati tradotti fisicamente in aula, ma hanno effettuato il collegamento telematico tramite Teams direttamente dal carcere (leggi il nostro articolo per saperne di più).

Loro, infatti, si trovano in stato di custodia cautelare in carcere.

É iniziato il 10.06.2021 il processo per l’omicidio di Willy Duarte.

In aula erano presenti i familiari del ragazzo che si sono costituiti parte civile nel processo per ottenere il risarcimento dei danni.

La Corte di Assise di Frosinone ha anche ammesso la costituzione di parte civile di tre Comuni in provincia di Roma e Frosinone: Colleferro, Atena e Paliano.

Il caso dell’omicidio Willy Duarte

I fatti di cronaca relativi a quanto avvenuto la notte fra il 5 ed il 6 settembre 2020 a Colleferro, nella provincia romana, hanno scosso profondamente l’opinione pubblica.

Quella sera, infatti, si sarebbe consumata una rissa – secondo alcune fonti giornalistiche un brutale pestaggio – che ha avuto come tragico epilogo la morte del giovane Willy Duarte.

La ricostruzione della dinamica dell’accaduto ha inizialmente portato la Procura di Velletri a formulare l’ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale.

L’accusa è stata mossa a carico dei quattro presunti autori dell’aggressione.

In seguito, con la prosecuzione delle indagini, la qualificazione giuridica del fatto è mutata in omicidio volontario.


I risvolti dal punto di vista sanzionatorio sono certamente rilevanti.

Mentre l’omicidio preterintenzionale prevede una pena massima di 18 anni, quello volontario può portare alla condanna del responsabile all’ergastolo (il c.d. fine pena mai).

Senza voler entrare nel merito dei fatti accaduti a Colleferro, nell’ambito del presente articolo si andranno ad evidenziare le differenze sostanziali tra l’omicidio preterintenzionale e quello volontario.

Dalla caratterizzazione delle due fattispecie di illecito si declina una variazione di lettura delle condotte che hanno determinato il drammatico incidente e, soprattutto, importanti differenze dal punto di vista delle conseguenze giuridiche.

L’omicidio preterintenzionale è previsto e punito ex articolo 584 c.p.

Ai fini della sua integrazione è necessario che l’autore dell’aggressione abbia commesso atti diretti a percuotere o ledere la persona offesa e che esista un nesso tra quell’azione e l’evento morte.

Il decesso della vittima non è dunque voluto: in questo reato l’elemento soggettivo è costituito sia dal dolo, riferibile all’evento di minore gravità (percosse o lesioni), sia dalla colpa, connessa appunto al decesso.

Agli imputati non resta che affrontare il dibattimento del rito ordinario.

La scelta del rito abbreviato

La competenza spetta alla Corte d’Assise di Frosinone.

L’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi contestata dalla Procura di Velletri, non ha fornito la possibilità di accedere al rito abbreviato.

Infatti, per accedere al rito abbreviato – che consente di ridurre la pena di 1/3 rispetto a quella che il giudice vorrebbe infliggere – il reato non può essere punito con la pena dell’ergastolo.

Il reato di omicidio volontario prevede “la reclusione non inferiore ad anni 21”.

Se è contestata – come nel caso di specie – una delle aggravanti previste dagli artt. 576 o 577 c.p., la pena è l’ergastolo.

L’Ufficio della Procura ha scelto di contestare l’aggravante dei futili motivi, prevista dall’art. 61, n. 1 e richiamata dal n. 4) dell’art. 577 c.p. .

L’omicidio volontario di Willy Duarte

L’omicidio volontario è invece disciplinato dall’articolo 575 c.p.

L’elemento soggettivo che lo caratterizza è il dolo, che può avere diversa natura:

  1. Diretto, nel caso in cui chi commette il reato si sia rappresentato l’evento morte come diretta conseguenza, appunto, della sua azione od omissione.
  2. Indiretto alternativo, se fosse indifferente che dall’azione dell’agente conseguissero lesioni o morte.
  3. Eventuale, una volta accertata la riconducibilità del decesso alla condotta posta volontariamente in essere dall’agente in termini quanto meno di prevedibilità, si configura nell’ipotesi in cui l’agente si sia rappresentato l’evento morte come probabile o opinabile e, ciononostante, abbia agito anche a costo di cagionarlo, così accettandone il rischio e dimostrando di volere effettivamente uccidere.

Ci rendiamo conto della sottile differenza tra il dolo eventuale che, probabilmente, caratterizzerà la contestazione di omicidio volontario a carico degli autori della morte del povero Willy Duarte, rispetto al dolo misto a colpa che caratterizza l’omicidio preterintenzionale.

Eppure, come detto, le conseguenze in punto di pena non sono trascurabili.

Recenti notizie di cronaca hanno evidenziato come la procura di Velletri contesti agli imputati per la morte di Willy Duarte l’omicidio volontario con dolo eventuale.

Analizzando la vicenda sorgono dunque spontanei alcuni interrogativi.

L’omicidio è stato frutto di una degenerazione della rissa accertata dagli inquirenti?

Si celano moventi scoperti nel corso delle indagini che potrebbero giustificare la successiva contestazione di omicidio volontario con dolo eventuale?

In che modo verrà concretamente provato l’elemento psicologico che ha spinto gli imputati a porre in essere la condotta alla quale è conseguita la morte del giovane Willy?

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