Giornata internazionale per le vittime di tortura

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Oggi, 26 giugno, si celebra la giornata internazionale per le vittime di tortura.

Questa giornata è istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel giorno del 50° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

L’art. 5 della Dichiarazione afferma: “nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura, a trattamenti o a punizioni crudeli, inumane o degradanti”.

La Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti è un trattato internazionale per i diritti umani approvato dalle Nazioni Unite nel 1984 ed entrato in vigore nel giugno 1987, allo scopo di impedire la tortura in tutto il mondo.

Si ricorda come ancora oggi ci siano persone sottoposte a trattamenti degradanti e sevizie.

Molto spesso governi “aguzzini”, con metodi dai più rudimentali a quelli più sofisticati, cercano di estorcere informazioni, ottenere confessioni o semplicemente infliggere una pena corporale.

La tutela delle vittime

Nel diritto penale internazionale, la condizione della vittima ha iniziato ad avere una tutela solo con l’istituzione delle Corti straordinarie della Cambogia nel 2003.

Si tratta di tribunale internazionalizzato, istituito e regolato congiuntamente dall’Onu e dal governo cambogiano.

Il fine è quello di giudicare i gravi crimini di guerra e contro l’umanità commessi dal regime dai Kmeir Rossi, che uccisero o fecero morire di fame un quarto della popolazione civile cambogiana.

Tale Tribunale fu il primo a permettere alla vittime di partecipare al processo come parti e riconoscendo loro la seguenti possibilità:

  • essere querelanti;
  • costituirsi parte civile;
  • ricoprire il ruolo di testimoni. 

Nel 1981 è stato istituito lo “United Nations Voluntary Fund for Vicrims of Torture” al fine di finanziare le organizzazioni che si occupano dell’assistenza delle vittime di tortura e delle loro famiglie.

Altrettanto importante è la definizione di tortura contenuta nella Convenzione.

Infatti, permette di evitare l’adozione di qualsiasi trattamento idoneo ad intaccare la salute sia psichica che fisica della persona.

La tortura è la più alta forma di annichilimento umano, pertanto la sua abolizione si è resa necessaria poiché lesiva della dignità della persona.

Avv. Raffaele Perrotta, Dott.ssa Ylenia Minnella

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