Violazione assistenza familiare: assolto

Il Tribunale di Milano ha assolto un nostro assistito, denunciato dalla compagna, presunta vittima, unitamente ai figli, ai quali faceva mancare i mezzi di sussistenza.  

La donna si è costituita parte civile nel processo penale.

L’imputato rischiava fino a tre anni per il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare ex artt. 81 co1 e 570 co2 C.p., (pena quindi aumentata fino al triplo).

Più precisamente, il capo di imputazione prevedeva la commissione:

“…del reato p.e p. dall’art. 81 co1 e 570 co2 n.2  570 C.p. per aver fatto mancare i mezzi di sussistenza ai comuni figli minori […], omettendo integralmente di corrispondere alla madre […] denari o altre utilità idonei a soddisfare i bisogni primari della prole”.

Il Pubblico ministero ha chiesto la condanna a mesi due di reclusione ed euro 200,00 di multa.

La verità è emersa a processo: assolto

L’avvocato dello Studio Legale AMP, ha quindi predisposto la migliore strategia processuale possibile per fare emergere l’inconsistenza dell’impianto accusatorio.

Fondamentale sono stati i testimoni, utili in questo caso per far emergere circostanze di fatto che hanno portato ad assoluzione.

La testimonianza della presunta vittima si è rivelata assolutamente contraddittoria.

Le domande dei nostri legali, infatti, ne hanno minato la credibilità ai fini della costruzione della prova in dibattimento.

Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, è chiaramente emerso che:

  • anche prima che si arrivasse in Tribunale, l’imputato aveva sempre corrisposto alla ex compagna il denaro necessario per i figli;
  • successivamente, dopo la fine della relazione la vittima non vuole più vedere l’imputato e fa si che i soldi, per contanti, vengano dati direttamente ai figli; 
  • i pagamenti venivano effettuati dall’imputato per contanti, circostanza confermata poi dai figli che sono stati sentiti come testimoni;
  • i figli nel frattempo maggiorenni lavorano;
  • uno dei tre figli va a vivere col padre: nonostante questo la persona offesa continua a pretendere il medesimo importo, anche se non le sarebbe più dovuto;
  • la persona offesa inizia quindi ad utilizzare i soldi per spese personali e non più per i figli;
  • i figli confermano che la persona offesa usava i soldi solo per sé stessa;
  • quindi l’imputato ha smesso di pagare ed inizia a consegnare i soldi ai suoi figli;
  • inoltre, compra loro vestiti, libri, cellulari e paga le loro gite scolastiche;
  • la persona offesa approfitta, quindi in malafede, dei mancati tracciamenti dei pagamenti e addirittura promuove un’azione civile contro l’imputato, arrivando a pignorargli lo stipendio.

La strategia difensiva per il reato di violazione assistenza familiare

I professionisti dello Studio Legale AMP hanno dimostrato che le condotte subite, così come descritte dalla presunta vittima, non costituissero reato.

Per questi motivi,  il Tribunale non ha potuto fare altro che assolverlo ai sensi dell’art. 530 C.p.p. perché il fatto non sussiste.

Lo studio legale AMP, grazie alla comprovata esperienza dei suoi professionisti, specializzati in tematiche estremamente delicate come quelle delle violazioni degli obblighi familiari, è riuscito ad ottenere in primo grado l’assoluzione.

Se avete un problema di questo tipo potete contattarci: lo risolveremo insieme, preparando la miglior difesa possibile.

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