
E’ iniziata l’era del metaverso
Mark Zuckerberg, noto imprenditore, detentore di alcuni dei più importanti marchi digitali, ha avviato la rivoluzione digitale: nel metaverso sarà possibile giocare, lavorare, intrattenere relazioni e molto altro. Con il nuovo mondo, si commetteranno gli stessi reati?
ll nuovo mondo prevede la creazione di avatar (una sorta di copia digitale della persona) che interagiranno al nostro posto.

Cosa è il metaverso?
Il Metaverso è un universo virtuale che consiste in un insieme di mondi virtuali connessi tra loro, dove gli utenti possono interagire in modo simile al mondo reale.
In questo “spazio virtuale” gli utenti possono creare, esplorare e socializzare in un ambiente digitale attraverso dispositivi come PC, realtà virtuale e realtà aumentata.
Inoltre, permette di sfruttare tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e la blockchain, per creare un mondo virtuale che sia sempre più realistico e coinvolgente.
Il protagonista del nuovo mondo: l’avatar nel metaverso
L’avatar è il nostro alter ego nel mondo digitale ed in quel mondo alternativo vive la propria quotidianità.
Inevitabilmente, però, anche la creazione del proprio io virtuale potrebbe astrattamente portare alla commissione di fatti illeciti, integranti ipotesi di reato.
L’accesso nel metaverso è, infatti, garantito solo dalla creazione dell’avatar.
Parrebbe superfluo rilevare come sia estremamente semplice nel mondo virtuale formare un “io digitale” non corrispondente all’ “io reale“.
Nuovo mondo, stessi reati nel Metaverso?
Con l’aumento della popolarità del Metaverso, è importante notare che anche in questo ambiente virtuale è possibile commettere reati.
In questo articolo esploreremo come le leggi e la giurisprudenza stanno cercando di adattarsi a questo nuovo mondo e come i reati commessi nel Metaverso possono essere perseguiti e puniti.
Approfondendo questo tema, ci proponiamo di fornire un quadro chiaro sulla criminalità nel Metaverso e di invitare gli utenti a utilizzare questo mondo virtuale in modo responsabile e consapevole.

La truffa (frode)
La frode nell’ambito del metaverse è punita dal codice penale come un reato analogo a quello commesso nel mondo reale.
Le pene previste vanno da una multa a una pena detentiva fino a 5 anni, nelle ipotesi aggravate.
La giurisprudenza ha stabilito che la frode virtuale è equiparabile a quella reale e che quindi gli stessi principi di responsabilità e di sanzione si applicano.
Hacking
L’hacking è un reato informatico che consiste nell’accesso non autorizzato a sistemi informatici o di rete.
La punibilità è prevista dal codice penale e le pene possono variare da una multa a una pena detentiva fino a 5 anni. Nei casi più gravi, la pena può arrivare ad 8 anni di detenzione.
La giurisprudenza ha stabilito che l’hackeraggio commesso nel metaverso è equiparabile a quello commesso nel mondo reale e che quindi si applica la stessa responsabilità penale.
Phishing
Il pishing è una forma di furto d’identità che si verifica attraverso la manipolazione di informazioni personali.
Il reato è punito dal codice penale e le pene previste vanno da una multa a una pena detentiva fino a 5 anni.
La giurisprudenza ha affermato che il pishing virtuale è equiparabile a quello reale e che quindi gli stessi principi di responsabilità e di sanzione si applicano.
Diffamazione
La diffamazione consiste nella diffusione di false informazioni che possono danneggiare la reputazione di un individuo o di un’azienda.
La punibilità è prevista dal codice penale e le pene possono variare da una multa a una pena detentiva fino a 3 anni.
La giurisprudenza ha stabilito che la diffamazione virtuale è equiparabile a quella reale e che quindi gli stessi principi di responsabilità e di sanzione si applicano.

Pornografia infantile
La distribuzione o il possesso di materiale pedopornografico è un reato punito dal codice penale.
Le pene previste sono severe, variando da una multa a una pena detentiva fino a 12 anni.
La giurisprudenza ha affermato che la diffusione di materiale pedopornografico virtuale è equiparabile a quella reale e che quindi la stessa responsabilità penale si applica.
Discriminazione
La discriminazione basata su razza, genere, orientamento sessuale o altre caratteristiche protette è un reato punito dal codice penale.
Sin dallo sviluppo dei primi social network, il mondo giuridico ha dimostrato di non riuscire a tenere il passo con l’incessante sviluppo tecnologico.
Basti pensare alla diffamazione sui social media, inizialmente non riconosciuta quale ipotesi di reato poiché non annoverata tra i possibili strumenti.
Infatti, si è reso necessario l’intervento giurisprudenziale che, dopo aver riconosciuto la potenza della capacità di trasmissione delle informazioni in rete, ha ritenuto configurabile l’ipotesi di cui all’art. 595, aggravata dal mezzo della stampa.
La tutela embrionale nel mondo virtuale
Come detto, le regole del gioco non appaiono ancora totalmente chiare.
Il legislatore sarà pronto a recepire le novità digitali?
Nel frattempo, sembra che lo stesso Metaverso abbia iniziato ad imporre le proprie regole.
Infatti, Meta si è già attivato ed ha introdotto la funzione Confine Personale.
Gli avatar non potranno avvicinarsi l‘un l’altro a più di 1,20 metri di distanza: questa opzione, per il momento, non è modificabile e si prefigge l’obiettivo di evitare interazioni indesiderate.
Ma basterà un’impostazione virtuale per evitare la commissione di reati?