Reati Contro la Persona, Reati Contro la Famiglia e Atti Persecutori

Una donna ogni tre giorni è vittima di femminicidio, il 78% tra le mura domestiche.

In questo periodo emergenziale, l’obbligo di restare a casa ha triplicato i casi di violenza sulle donne.

L’impossibilità di uscire di casa costringe a non poter accedere alle reti protettive e sociali, come i centri antiviolenza e le case rifugio: si crea una situazione di isolamento.

Ne consegue che abusi e violenze aumentano, ma le denunce diminuiscono.

Maltrattamenti familiari, violenza sessuale, minacce, violenza fisica e psicologica: a tutto questo l’ordinamento italiano assicura una tutela ed il nostro studio è altamente specializzato in questi reati.

Anche in seguito a una separazione si possono verificare dei comportamenti del coniuge che inducono a sporgere denuncia.

I reati possono essere i più disparati.

L’omesso versamento dell’assegno divorzile o l’omesso versamento dell’assegno di mantenimento per i figli rappresenta il reato più frequente in materia di rapporti tra ex coniugi.

Il coniuge non si può giustificare sostenendo di avere perso il lavoro o di essere disoccupato, lo stato di impossibilità economica deve essere oggettivo e incolpevole.

Ulteriore reato può essere quello di chi abbandona la casa coniugale, quando la famiglia viene lasciata senza mezzi di sostentamento. Capita ad esempio quando la famiglia si sostiene unicamente su un unico stipendio mensile e la persona che lo percepisce va via da casa con l’intenzione di non ritornarci.

Anche in questo caso il comportamento può essere passibile di denuncia.

Violenze e maltrattamenti familiari

Nei casi più gravi, può accadere che il coniuge continui a perseguitare l’altro o maltrattarlo.

La Corte di Cassazione (n. 6506/19 dell’11/02/2019) ha specificato che il reato di maltrattamenti in famiglia sussiste anche se la vittima, in questo caso l’ex moglie, non convive più con l’ex marito, perché è fondamentale l’abitualità del comportamento anche dopo la cessazione della convivenza.

Quindi si può configurare il reato di maltrattamenti in famiglia anche in danno della persona che non convive o non convive più con l’altro.

Il reato di maltrattamenti in famiglia viene integrato se sono presenti più atti vessatori che causano sofferenze fisiche o morali, realizzati in momenti successivi, anche se in un limitato contesto di tempo.

Diffamazione, offese insulti e stalking

L’ex coniuge che insulta l’altro o la diffama in pubblico in sua assenza può essere querelato.

Lo stalking ad esempio, si ha quando il coniuge tempesta di messaggi l’altro, anche se il comportamento è finalizzato a vedere i figli ed è esorbitante rispetto alla finalità. Lo stesso vale se l’ex coniuge è preoccupato per la salute del bambino e chiama di continuo.

Quando i messaggi diventano insistenti e ripetuti da causare nell’ex moglie un perdurante stato di ansia o di paura, si ha lo stalking.

L’ex coniuge può, inoltre, nascondere i suoi beni, i conti e gli immobili a seguito della condanna del giudice a pagare il mantenimento compiendo atti simulati e fraudolenti finalizzati a non pagare.

Un esempio è rappresentato da chi svuota i conti correntie o vende in modo simulato i suoi immobili.