Concorso in truffa aggravata e continuata: sentenza di non luogo a procedere
Lo Studio Legale AMP ha ottenuto per un suo assistito, imputato innanzi al Gip presso il Tribunale di Brescia, una sentenza di non luogo a procedere.
La vicenda si è conclusa con un ottimo risultato conseguito dai nostri professionisti, grazie alla loro strategia difensiva, che di seguito sarà illustrata.
L’imputato era accusato, in concorso con altri soggetti:
“del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110, 61 n. 11 e 640 C.p., perché nella qualità di procacciatore di affari della Società Alfa in concorso tra loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, commesse in luoghi e tempi diversi mediante artifizi o raggiri consistiti nel proporre ai clienti consulenze finanziarie atte a valutare se i contratti di leasing e di mutuo proposti fossero gravati da tassi usurari e far sottoscrivere un contratto per rilevazione del tasso di interesse usurario… nel rappresentare falsamente l’esito positivo della controversia con percentuale di successo oltre il 90%… nel vantare la presenza di titoli accademici… nel proporre un software artatamente programmato per la redazione della perizia econometrica… tutti fatti questi che inducevano in errore le persone offese ”.
Questo il capo di imputazione, contestato al nostro assistito, in un processo in cui vi erano diverse persone offese, circostanza che rendeva sicuramente l’accusa più “consistente”.
All’udienza preliminare, il PM chiedeva quindi che vi fossero le condizioni perchè tutti gli imputati venissero rinviati a giudizio.
La strategia difensiva per il reato di truffa
I professionisti del nostro Studio, dopo aver accuratamente analizzato tutti i documenti relativi all’attività di indagine, hanno compreso immediatamente che il compendio accusatorio aveva una grossa lacuna, ed hanno saputo far emergere detta circostanza a favore del nostro assistito.
Anzitutto, in sede di udienza preliminare è stata eccepita l’assenza di una valida querela.
Questa è una circostanza di estrema rilevanza, che si è poi rivelata decisiva per la sentenza emessa.
Difatti, i legali hanno fatto notare che non vi fosse una querela che aveva dato origine alla vicenda, ma un semplice esposto.
Questa differenza è sostanziale: abbiamo già spiegato nei nostri precedenti articoli la differenza.
Con l’esposto oggetto dei fatti di causa infatti, le persone offese si erano limitate a segnalare un determinato accadimento all’Autorità di Pubblica Sicurezza, sollecitando un loro intervento: nei fatti, lo stesso soggetto esponente non aveva certezza o non sapeva, in altri termini, se il fatto costituisse o meno reato.
Se invece fosse stata sporta querela, il fatto narrato dalla persona offesa avrebbe integrato la conoscenza di una fattispecie delittuosa e sarebbero stati espressamente richiesti sia l’intervento dell’Autorità Giudiziaria che la punizione dei colpevoli dei fatti costituenti reato.
Quindi, nonostante la descrizione dei fatti occorsi sia stata particolareggiata e precisa, l’assenza della richiesta di punizione dei colpevoli all’interno dell’atto che ha dato origine alla vicenda giudiziaria, è stata decisiva.
La sentenza del giudice: sentenza di non luogo a procedere dal reato di truffa aggravata
Per cui, il Giudice dell’Udienza Preliminare, grazie all’eccezione di natura formale sollevata dai professionisti del nostro Studio, ha ritenuto assente la condizione di procedibilità, ed essendo i reati di cui erano accusati gli imputati, ivi compreso il nostro assistito, tutti procedibili solo in presenza di una valida querela, ha quindi pronunciato una sentenza di non luogo a procedere.
Infine, la scelta processuale di non propendere per alcun rito alternativo, per avere la possibilità di analizzare tutti gli elementi raccolti, ha premiato la tenacia della difesa.
Ben pianificata, la strategia difensiva dello Studio era sin dall’inizio tesa a dimostrare come non sussistesse, nel caso di specie, il corretto presupposto formale alla base del delitto contestato.
Perchè scegliere lo Studio Legale AMP per il reato di truffa aggravata
I legali dello Studio AMP, già durante l’udienza preliminare sono quindi riusciti a dimostrare, grazie ad uno studio dettagliato dell’intera attività investigativa, le ampie lacune dell’impianto accusatorio idonee invece ad affermare la validità della tesi difensiva, che ha quindi instillato nel Giudice il dubbio che non vi fossero i presupposti per rinviare a giudizio l’imputato.
La scelta di difendere nel merito la posizione dell’assistito, senza ricorrere ad alcun rito alternativo, si è nei fatti rivelata vincente. I legali dello Studio Legale AMP non scelgono mai la soluzione più semplice, bensì quella che tuteli efficacemente, e nella maniera più adeguata possibile, gli interessi dei loro assistiti.
Lo Studio Legale AMP, grazie alla comprovata esperienza dei suoi avvocati, altamente specializzati nelle tematiche riguardanti i reati contro il patrimonio, è riuscito così ad ottenere una sentenza favorevole per il suo assistito.
Se avete un problema di questo tipo potete contattarci: cercheremo di risolverlo insieme, preparando la miglior difesa possibile.