Juventus: tutto il Consiglio di Amministrazione presenta le dimissioni
È caos nel mondo del calcio italiano: CdA si dimette.
Nel nostro precedente articolo abbiamo già analizzato le indagini che riguardano operazioni relative a plusvalenze sospette.
La Guardia di Finanza, infatti, stava indagando sui bilanci della Juventus dal 2019 al 2021.
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Le dimissioni del CdA della Juventus
A seguito di una riunione straordinaria il Consiglio di Amministrazione della Juventus Football Club ha presentato in blocco le proprie dimissioni, compreso il presidente Andrea Agnelli, in carica dal lontano 2010.
Insieme a lui anche il suo vice Pavel Nedved, l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene e gli altri membri, Laurence Debroux, Massimo Della Ragione, Katryn Fink, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio, Giorgio Tacchia e Suzanne Heywood.
Considerato il clamore della notizia, sorge spontaneo domandarsi quali siano le motivazioni che hanno spinto i vertici della società a rassegnare collettivamente le proprie dimissioni.
Juventus e l’indagine Prisma: dimissioni CdA
Secondo le prime ricostruzioni la decisione sarebbe da ricondurre al coinvolgimento della dirigenza bianconera nell’indagine “Prisma”, avente ad oggetto plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi, nonché alle contestazioni della Consob, che avrebbero costretto la Società a rivedere il progetto di bilancio facendo slittare, per ben due volte, l’assemblea degli azionisti.
In particolare, sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica di Torino sono finiti i vertici della società nonché la stessa Juventus Football Club, i quali sono attualmente indagati dei reati:
- di manipolazione del mercato,
- false comunicazioni sociali delle società quotate,
- ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza,
- dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
Si tratta di reati che comportano gravi sanzioni, anche per l’ente, ai sensi del D.Lgs. 231/2001.
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Terremoto Juventus: gli sviluppi nell’indagine
L’indagine, che ha portato gli inquirenti a passare al setaccio i conti della Juventus, sembra essere ad oggi ad un punto di svolta.
È stato infatti notificato agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, conformemente a quanto previsto dell’art. 415 bis del codice di procedura penale.
Sembra dunque che il periodo particolarmente delicato che vive la Società abbia portato al passo indietro unanime.
Come si legge dal comunicato stampa diramato dalla Società, infatti, “i membri del Consiglio di Amministrazione, considerata la centralità e rilevanza delle questioni legali e tecnico-contabili pendenti, hanno ritenuto conforme al miglior interesse sociale raccomandare che Juventus si doti di un nuovo Consiglio di Amministrazione che affronti questi temi”
I reati contestati alla Juventus che avrebbero comportato le dimissioni del CdA
Il Pubblico Ministero ha contestato i seguenti reati:
- art. 185 D.Lgs. 58/1998 – relativo all’ipotesi di Manipolazione del mercato;
- art. 2622 c.c. – false comunicazioni sociali;
- art. 2 D.Lgs. 74/00 – Dichiarazione fraudolenta.
Le condotte sarebbero state poste in essere in concorso tra Aggeli, Nedved ed altri soggetti tutti appartenenti alla Juventus Football Club.
Anche la società è stata chiamata a rispondere a titolo di responsabilità amministrativa da reato degli enti.
Infatti sono stati contestati gli artt.:
- art. 25 ter, commi 1 lett. b), s) e 2 – in relazione al delitto di false comunicazioni sociali ex art. 2622 c.c.;
- art. 25 sexies, comma 1 – connesso con la commissione delle c.d. ipotesi di abuso di mercato;
- art. 25 quinquiesdecies, commi 1 lett. a) e 2 – connesso con la commissione dei delitti previsti dal decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74.
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