Reato penale: sei proprio sicuro di quello che stai dicendo?
Giornalisti, conduttori, opinionisti, politici e fra loro persino anche il più noto tra gli avvocati (si veda il Presidente del Consiglio Conte https://twitter.com/i/status/1054641271648776192) sono soliti parlare di reato penale.

Ma possiamo utilizzare il termine reato penale?
Nonostante sia molto diffuso, il termine “reato penale” non è corretto.
Un’espressione che dal punto di vista giuridico non potrebbe essere più errata e che suscita ilarità negli avvocati o addetti ai lavori che la leggono o la sentono.
Infatti, nell’Ordinamento Italiano esistono diversi tipi di illecito:
- illecito civile: è un fatto da cui dipende una responsabilità contrattuale o extracontrattuale, a cui consegue il risarcimento del danno oppure la restituzione della cosa.
- illecito amministrativo: è un fatto disciplinato dalla Legge n. 689 del 1981 e le sanzioni sono di tipo amministrativo.
- illecito penale: è un reato.
Quindi, quando si dice “reato”, significa che è già “penale”. Non esiste infatti il reato civile o il reato amministrativo.

Coloro che scrivono o dicono “reato penale”, ripetono due volte lo stesso concetto, attribuendo al concetto un aggettivo qualificativo che già si trova nella sua definizione e della quale non ci sarebbe bisogno.
Ad esempio, nell’ambito della zoologia, sarebbe come dire “cavallo equino”.
Ed allora: che cosa è un reato?
Il reato è un fatto vietato dalla Legge che, se commesso da una persona fisica, o anche giuridica – se vuoi puoi approfondire la tematica inerente ai reati commessi dalle persone giuridiche – è sanzionato con una pena.

La definizione giusta è quindi la seguente: il reato è un fatto antigiuridico, colpevole e punibile.
I reati sono distinti in due categorie:
- contravvenzioni: sono gli illeciti penali meno gravi
- delitti: sono gli illeciti penali più gravi

La differenza tra le due tipologie di reato riguarda la pena che il Giudice può applicare. Contravvenzioni e delitti si distinguono tra loro perché prevedono pene diverse:
- contravvenzioni: pena pecuniaria: ammenda – pena detentiva: arresto
- delitti: pena pecuniaria: multa – pena detentiva: reclusione
Qual è la differenza tra arresto e reclusione? E tra multa e ammenda?
In origine, erano stati previsti luoghi diversi per scontare le pene detentive: alcune strutture ove scontare la reclusione, ed altre per l’arresto.
Queste strutture però non sono mai state realizzate, e le uniche differenze, ad oggi, riguardano la gravità del reato, la durata della pena detentiva e l’ammontare della pena pecuniaria.

L’art. 25 Codice Penale prevede che la pena dell’arresto duri dai 5 giorni ai 3 anni e la sanzione pecuniaria dell’ammenda sia non inferiore ai 20,00 euro ed arrivi a massimo 10.000,00.
L’art. 23 Codice Penale, invece, prevede che la reclusione sia da 15 giorni a 24 anni e per la sanzione pecuniaria della multa un importo pari a 50,00 euro fino ad un massimo di 50.000,00 euro.
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