Greta Beccaglia: molestie o violenza sessuale?

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Giornalista palpata in diretta tv: cosa rischia il tifoso?

Greta Beccaglia, giornalista sportiva, è stata vittima di molestie in diretta tv di uno sgradevole episodio dopo la partita di serie A tra Empoli e Fiorentina.

Mentre era intenta ad intervistare alcuni tifosi è stata palpeggiata al fondoschiena.

Questo episodio ha giustamente riportato l’attenzione dei media su uno squallido comportamento che troppo spesso viene minimizzato.

Anzi, alcune persone arrivano addirittura giustificare quel gesto come atteggiamento scherzoso e goliardico. 

In molti però si sono chiesti se atteggiamenti di quel tipo possano configurare qualche tipo di reato, pensando anche alla violenza sessuale.

Facciamo quindi un po’ di chiarezza: toccare il fondoschiena di una persona contro la sua volontà è certamente reato.

Se hai subito comportamenti analoghi

Lo schiaffo sul sedere è una molestia sessuale

Lo schiaffo sul sedere, anche se dato per scherzo, è infatti una molestia sessuale: la legge italiana è chiara e non sono ammesse giustificazioni.

Un simile comportamento può infatti configurare il reato di violenza sessuale di cui all’art. 609 bis c.p.

La Corte di Cassazione ha infatti più volte specificato in quali casi esiste il delitto in esame:

  • ogni volta che tra i soggetti si verifica una forma di congiunzione carnale;
  • quando si compie qualsiasi atto idoneo a soddisfare il piacere sessuale o a suscitarne lo stimolo. 

Le eventuali intenzioni del soggetto responsabile passano in secondo piano rispetto a ciò che la vittima percepisce.

Inoltre il Giudice chiamato a decidere se quella persona debba essere condannata deve tenere conto dei canoni scientifici e culturali della nostra società: non esiste alcuna giustificazione in grado di superare la percezione che esiste nella collettività rispetto ad un determinato gesto. 

Occorre infatti tenere presente la nozione di atti sessuali che comprendono tutte le seguenti categorie di condotte:

  • quelle indirizzate o che coinvolgono la sfera genitale;
  •  quelle idonee a ledere la libertà di autodeterminazione della sfera sessuale della persona offesa, quali palpeggiamenti, o in genere, toccamenti, baci e strofinamenti delle parti intime. 

Il palpeggiamento delle natiche, così come il singolo schiaffo sul sedere, costituisce evidentemente un atto sessuale.

Non può quindi essere invocato come scusante il presunto tenore scherzoso del gesto né l’eventuale breve durata del toccamento.

Quello che conta, ai fini dell’integrazione della fattispecie penalmente rilevante, è infatti la natura oggettivamente sessuale del comportamento e la concreta intrusione nella sfera sessuale della vittima.

Il reato di violenza sessuale (art. 609 bis c.p.): il bene tutelato dalla legge

La norma che punisce tutte le condotte qualificabili come “violenza sessuale” è infatti finalizzata a proteggere un diritto inviolabile di tutte le persone.

Si tratta della libertà di ogni individuo di poter compiere atti sessuali in assoluta autonomia e libertà, senza dover subire:

  • qualsiasi forma di condizionamento fisico o morale;
  • ogni intrusione nella propria sfera intima non voluta o espressamente consentita.

“La libertà dell’individuo di disporre del proprio corpo ai fini sessuali è quindi assoluta e incondizionata, e la sua tutela non può incontrare limiti e/o attenuazioni. In tale ambito, ciò che rileva è la natura sessuale dell’atto sul piano obbiettivo, cosicchè ogni ulteriore fine non vale ad escluderlo” (Cass. Pen., Sez. III, n. 21273/2018). 

Dal momento che, come già spiegato, ogni azione che coinvolge la corporeità della persona offesa è potenzialmente un “atto sessuale”, occorre sempre valutare la percezione del gesto da parte della vittima.

Considerando che anche un bacio o un abbraccio sono comportamenti che possono compromettere la libertà sessuale dell’individuo, tenendo conto del contesto in cui si svolge l’azione e dei rapporti che esistono tra le persone coinvolte, appare evidente che la scelta di toccare il fondoschiena di una donna contro la sua volontà costituisca un reato.

Schiaffo sul sedere: le pene previste dalla legge per questo tipo di reato

Il tifoso responsabile dello schiaffo sulle natiche nei confronti della giornalista Greta Beccaglia rischia di pagare molto caro il proprio gesto.

Il reato di violenza sessuale è infatti punito con la reclusione da 6 a 12 anni.

L’art. 609 bis del codice penale prevede che chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali possa essere punito con la reclusione da sei a dodici anni.

Nei casi di minore gravità la pena può essere ridotta ma in misura non eccedente i due terzi.

Il rispetto per la libertà delle donne e la tutela della loro dignità sono temi affrontati anche in occasione del 25 novembre: giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Solamente censurando gesti come quello nei confronti di Greta Beccaglia, qualificandoli e punendoli come previsto dalla legge, sarà possibile garantire il pieno rispetto di un diritto fondamentale di ogni donna.

L’esito del processo

L’imputato Andrea Serrano ha definito il procedimento con il rito abbreviato, che prevede una riduzione di pena di un terzo.

La condanna, intervenuta il 20.12.2022, alla pena detentiva è stata inflitta nella misura pari ad un anno e sei mesi di reclusione, per l’accusa di violenza sessuale ai danni della giornalista Greta Beccaglia, senza che siano state riconosciute le circostanze attenuanti generiche,

L’imputato non farà ingresso in carcere poichè, ai sensi dell’art. 163 c.p., è stata concessa la sospensione condizionale della pena.

Il beneficio é stato però subordinato alla partecipazione dell’imputato a specifici corsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero.

Inoltre, il Giudice dell’udienza preliminare ha disposto l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e il pagamento delle spese processuali.

Come possiamo aiutarti

Sei vittima di molestie sul posto di lavoro?

Hai subìto episodi simili a quello della giornalista Greta Beccaglia?

Non sai se quello che ti è accaduto può essere un reato e non hai idea di come fare per ricevere giustizia? 

Gli avvocati dello Studio Legale AMP sono in grado di fornire l’assistenza necessaria in casi di violenza sessuale.

Un’attività che parte dalla consulenza per far comprendere alla persona quali sono i propri diritti ed in che modo deve agire per ottenere una giusta tutela.

Non esitare a contattarci per ricevere aiuto, per denunciare un reato o per affrontare nel migliore dei modi il processo penale in cui sei persona offesa.

Avv. Marco Maccaferri, Dott.ssa Giulia Danesi

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